NEWS 25/1/2021 – MENTRE CONTINUANO A RIAPRIRE LE SUPERIORI INIZIA LA CONTA DEI DANNI

Oggi continua a riaprire una parte delle scuole superiori, quasi tutte al 50%, rientrano infatti gli studenti di Lombardia, Liguria, Marche e Umbria mentre restano a casa ancora gli studenti del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, della Sicilia, della Sardegna, della Basilicata, dela Calabria, della Puglia e della Campania ( dove invece tornano in presenza gli studenti delle medie).
Se non ci saranno altre ordinanze le scuole superiori delle Regioni ancora ferme dovrebbero riaprire all’inizio di febbraio. Mentre arrivano le buone notizie che l’indice Rt nazionale è sceso sotto 1 e che la riapertura della Toscana, che ha fatto da apripista, per ora non ha comportato alcun aumento dei contagi, come afferma Giani: “la nostra scelta è stata accompagnata da risultati che non hanno interferito con i dati sui contagi: vediamo che nella percentuale dei contagiati per fasce di età non c’è stata nessuna variazione rispetto a quando le scuole erano chiuse” si iniziano a contare i danni causati dalla pandemia e dalla cattiva gestione della stessa da parte del governo.
Numerosi sono gli interventi che segnalano danni sull’apprendimento, soprattutto negli allievi delle classi sociali più deboli, danni psicologici sia negli allievi che nei docenti, aumento della dispersione, etc. ma la conta dei danni è utile se serve ad analizzare le cause che questi danni hanno prodotto per rimuoverle e quest’ultimo passaggio spesso manca o è fuorviante.
L’Unicobas sin dall’inizio della pandemia aveva segnato il percorso col suo intervento agli Stati Generali: riduzione del numero di alunni per classe, aumento degli organici, costruzione di nuove scuole e ristrutturazione degli immobili via via abbandonati col dimensionamento, presidi sanitari nelle scuole, etc.
Non è un caso che queste siano le rivendicazioni di buona parte del nascente movimento studentesco che sta occupando le scuole, infatti l’onda delle occupazioni studentesche partita da Milano è arrivata a Roma dove è stato occupato il liceo Kant. Oltre a protestare contro la doppia entrata prevista dal piano prefettizio gli studenti del Kant mostrano di avere le idee molto chiare:
«Ci opponiamo a un rientro insicuro e propagandistico a scuola, siamo consapevoli dei problemi strutturali della didattica a distanza e chiediamo il rientro in sicurezza. Questo vuole dire trasporti, aumento del personale, degli spazi e una sanità pubblica diffusa ed efficiente a partire dalla scuola. Sia chiaro: noi occupiamo per il diritto allo studio e vogliamo fare lezione». «A scuola sì, ma non così».

SENTENZA TAR LAZIO SU SERVIZIO ATA NELLE SCUOLE PARITARIE

In prossimità dell’imminente aggiornamento delle graduatorie di istituto del personale Ata sopraggiunge una sentenza del Tar Lazio che potrebbe cambiare le carte in tavola. Infatti con recente sentenza del 15 gennaio scorso il Tar Lazio ha infatti esteso anche al personale Ata la valutabilità per intero del servizio prestato presso le scuole paritarie che nelle precedente normativa era prevista al 50%. Vedremo se il ministero si adeguerà alla sentenza oppure no.

LO SMART WORKING E’ CRESCIUTO PIU’ NELLA SCUOLA
CHE NEL RESTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La pandemia ha fatto fatto fare un enorme salto in avanti allo smart working, in una ricerca condotta dalla Banca d’Italia risultano 1,8 milioni i lavoratori privati coinvolti mentre nel settore pubblico si assiste ad una differenza notevole tra il settore scuola ed il resto della PA.
Infatti mentre nella scuola il ricorso allo smart working è stato più elevato (quasi al 60%) di quello previsto dalla normativa ( 50% ) nel resto della PA invece il lavoro agile è stato utilizzato sotto la soglia possibile (36% di media).

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