SCATTO 2013: LA CASSAZIONE CI RIPENSA – NON SPETTA AI LAVORATORI DELLA SCUOLA

La Corte di Cassazione con la sentenza 1726 del 21/5/2025 ha “cassato” la precedente ordinanza 16133 del 11/6/2024 della stessa Corte nel punto in cui riconosceva la validità dell’anno 2013 ai fini degli scatti stipendiali dopo il blocco “momentaneo” del 2013 e quindi si torna al punto di partenza.
Ecco il laconico passo della sentenza 1726 dove con linguaggio aulico si ribalta quanto affermato neanche un anno prima: “Il principio qui enunciato solo in parte supera le conclusioni alle quali è pervenuta Cass. n. 16133/2024, pronunciata in fattispecie nella quale veniva in rilievo la “supervalutazione” del servizio prestato all’estero che il Ministero pretendeva di sterilizzare ad ogni effetto, perché anche quella pronuncia mantiene distinti gli effetti giuridici derivanti dall’anzianità medesima rispetto a quelli economici, sicché la rimeditazione dell’orientamento espresso resta limitata alla parte in cui il precedente arresto ha ritenuto che l’annualità del 2013 possa essere fatta valere, venuto meno il blocco ed anche in difetto di espressa previsione della contrattazione collettiva, ai fini dell’avanzamento automatico nelle fasce stipendiali.”

In sostanza la Cassazione si è mossa a compassione perché il MIM all’udienza del 2 aprile ha pianto miseria affermando che non ci sarebbero stati i soldi per affrontare la valanga di ricorsi presentati, senza pensare che per quanto riguarda gli stipendi del personale della scuola l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa.

CHE FARE?

Rimangono due sole vie da poter percorrere: lottare perché il 2013 venga riconosciuto ai fini della progressione di carriera o fare ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

La lotta per acquisire il 2013 ai fini della progressione di carriera non è stata mai presa in seria considerazione dai sindacati cosiddetti rappresentativi, si sono limitati a recuperare il 2011 e il 2012 per via contrattuale togliendo soldi al fondo d’istituto. Vediamo ora se, dopo 12 anni di progressione di carriera azzoppata, con il contratto scaduto da 4 anni, i lavoratori della scuola si accontenteranno della mancia ricevuta da Valditara sotto forma di indennità di vacanza contrattuale oppure riprenderanno a lottare per avere una carriera senza buchi e uno stipendio decente.

La via del ricorso alla Corte europea è in salita in quanto non esiste una direttiva europea sul salario minimo dei dipendenti pubblici. Pertanto il ricorso dovrebbe essere individuale, dopo aver percorso tutti i gradi di giudizio nazionali, con notevoli costi legali e possibili spese processuali a carico del ricorrente, nel caso di rigetto.

L’Unicobas valuterà tutte le possibili forma di lotta da intraprendere per ottenere giustizia con la lotta visto che:
• gli organi preposti a tutelare il cittadino non vogliono o non riescono a farlo
• il governo che piange miseria sulla scuola aumenta però la spesa sugli armamenti

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VEDI PDF – VOL sentenza cassazione contro scatto 2013

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