Il sindacato Unicobas Scuola & Università ritiene inaccettabile oltreché gravemente offensivo della dignità e della professionalità docente il contenuto della comunicazione riservata, indirizzata ai dirigenti Scolastici dalla Segreteria della Direttrice Regionale Usr Lazio, A. P. Sabatini, nei primi giorni di settembre. La comunicazione, infatti, volta ad impedire che i Collegi dei Docenti discutano e si confrontino sulla sanguinosissima e disumana “pulizia etnica” in corso a Gaza ad opera dell’esercito dello Stato di Israele, viola la normativa riguardante gli organi collegiali, nonché l’articolo 33 della Costituzione che afferma la libertà dell’arte, della scienza e dell’insegnamento.
Il mandato costituzionale dei docenti è proprio quello di permettere lo sviluppo pieno della persona umana, e pertanto, la pretesa di imporre ai docenti di parlar solo del “buon funzionamento” della macchina burocratico-amministrativa, senza occuparsi di sensibilizzare i ragazzi su un conflitto atroce, è semplicemente un’idea inammissibile, nonché decisamente reazionaria. Non si tratta certamente di istigare gli studenti a prender posizione per l’uno o per l’altro contendente; si tratta semmai di educare al confronto pacifico e documentato su quanto sta accadendo, ricordando le fin troppe volte in cui il voltarsi dei più dalla parte opposta ha favorito crimini orrendi come la Shoah. È forse proprio questo che — in nome di una “ragion di Stato” non confessabile — si desidera ostacolare? Chi è preposto all’educazione dei giovani non può esser condannato a distoglier lo sguardo da quanto lo angustia, mentre lavora per le giovani generazioni: le quali alla Pace — non all’odio né al nazionalismo patriottardo e mistificatore — vanno educati.
Ciò premesso, ci troviamo a dover ricordare che il Collegio dei Docenti è l’organo supremo della libertà di insegnamento: infatti, non esiste nessuna norma che impedisca al Collegio di deliberare su questo o quell’argomento. Pertanto, qualsiasi tentativo di definire decaloghi su ciò di cui i docenti possono parlare o meno, è illegittimo e può giuridicamente configurarsi esclusivamente come un parere personale — comunque inopportuno ed arbitrario — di chi lo emetta.
L’art. 1 comma 2 del DPR 275/99 sull’autonomia scolastica ricorda che «L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti».
Per di più, l’art. 7 del D.Lgs. 16 aprile 1994, n. 297 (Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado), stabilisce che il Collegio dei Docenti «cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente».
Riteniamo che nessuna ragion di Stato, nessuna alleanza politica, nessuna convenienza economica possa giustificare i comportamenti censori di un’amministrazione della “Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La Costituzione, all’articolo 21, garantisce a tutti il «diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Tanto più, quindi, tale diritto spetta ai docenti nel pieno svolgimento delle loro funzioni all’interno dell’organo supremo della libertà d’insegnamento. Troviamo incredibile che ad 80 anni dal 25 aprile 1945, ci si debba sentire costretti a ribadire principi così elementari di educazione civica nei confronti dell’istituzione che dovrebbe garantirli.
Dall’USR Lazio (come da tutta la macchina statale italiana), ci aspettiamo che aiuti i docenti a svolgere il loro delicato lavoro, mediante mezzi economici adeguati, salari adeguati, infrastrutture adeguate, assunzione di un numero adeguato di lavoratori, sicurezza sul posto di lavoro. Questo è il compito dell’Amministrazione. All’insegnamento, ai suoi metodi, ai suoi contenuti, alle sue strategie educative, possono e debbono pensare esclusivamente i docenti.
E proprio ai nostri colleghi e colleghe rivolgiamo il caloroso invito a non rinunciare mai alla volontà di confronto e di riflessione sui grandi temi civili e a custodire, con fermezza, la propria autonomia professionale. Solo attraverso una partecipazione attiva e rispettosa delle dinamiche degli organi collegiali, sarà possibile garantire una formazione che non si limiti alla mera trasmissione del sapere, ma sappia coltivare la coscienza democratica e faccia crescere la responsabilità sociale delle nuove generazioni, in un orizzonte di impegno, dialogo e apertura verso la complessità del presente.
È ora che i lavoratori della scuola recuperino il passato protagonismo. Il sindacato Unicobas Scuola & Università sarà sempre al loro fianco!
L’Esecutivo Nazionale dell’Unicobas Scuola & Università
GAZA COLLEGI DOCENTI