NEWS 11/1/2021 – L’11 RIENTRANO SOLO TOSCANA, ABRUZZO E VAL D’AOSTA

E’ bastato un aumento dei contagi per mandare in frantumi il fallimentare piano del governo per riaprire le scuole superiori l’11 gennaio. Delle 20 regioni italiane l’11 saranno aperte solo le scuole superiori di 4 regioni: Toscana, Abruzzo, Val d’Aosta e Trentino Alto Adige che aveva già aperto prima. Il re è nudo ormai e tutti, studenti, genitori, docenti, ATA e presidi additano l’irresponsabile scaricabarile tra governo e regioni. Inoltre continuano a mancare i dati sui contagi mentre proliferano studi contraddittori. L’ultimo è quello di ieri dell’Inail-Iss che parla di «un’onda epidemica non contenibile» che sarebbe prodotta dalla riapertura delle superiori.
Continua la mobilitazione in tutta Italia contro questa situazione di stallo. La rete degli Studenti Medi ha annunciato lo sciopero dalla Dad e da quella in presenza. La ministra Azzolina si sente tradita dal governatore del Lazio e segretario PD Zingaretti,: «Il Pd mi ha preso in giro, Zingaretti non era pronto e ha convinto il presidente dell’Emilia, Stefano Bonaccini, a non partire».

ANCORA INCERTA LA TEMPISTICA DELLA VACCINAZIONE NELLE SCUOLE

Con il vaccino attualmente a disposizione (28 milioni di dosi per 14 milioni di persone) nel primo trimestre 2021 potranno essere immunizzati operatori sanitari (1,4 milioni), ospiti e dipendenti delle Rsa (mezzo milione), over 80 (4,3 milioni) e solo una parte di coloro che hanno un’età compresa tra i 60 e i 79 anni (13,4 milioni) e che hanno una comorbidità cronica (7,4 milioni).
In teoria, in base al piano previsto, dovrebbe toccare subito dopo agli over 60 anni, ma urge anticipare le vaccinazioni nelle scuole, per ora solo degli insegnanti e del personale ATA (non degli allievi visto che i vaccini a disposizione sono autorizzati solo sopra i 18 anni). Stiamo parlando di 837.496 docenti, 203.000 ATA e 7.000 presidi per cui servono più di 2 milioni di dosi. Dunque, accelerare sulla scuola comporterebbe fare aspettare categorie a rischio come coloro che hanno una età compresa tra i 60 e 79 anni.
La proposta di Agostino Miozzo, coordinatore del CTS, è di modificare la successione e di inserire, subito dopo operatori sanitari, Rsa e ultraottantenni, il personale delle scuole over 60.

LE VALUTAZIONI DI FINE QUADRIMESTE SARANNO MORBIDE

Il ministero dell’Istruzione non ha ancora prodotto ordinanze sugli scrutini di fine quadrimestre e non è detto che lo farà. Le valutazioni di fine quadrimestre non potranno che essere morbide e con casi di “non classificato”. «La valutazione sarà più superficiale e meno occhiuta», afferma il dirigente scolastico Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio. «I docenti hanno meno strumenti a disposizione, meno compiti, ma anche meno orali, e dovranno avere mano leggera. La pressione psicologica subita dai nostri ragazzi deve essere considerata. Non mancheranno i “non classificato”, là dove proprio non ci sono state verifiche ….tablet e saponette digitali sono stati distribuiti, ma spesso manca la connessione ….. nessuna Regione ha fatto rendicontazione delle azioni digitali realizzate durante il lockdown. Oggi, nonostante i soldi investiti dal ministero, non sappiamo dire a quali risultati siamo arrivati ».

CONTINUA ON LINE LA CORREZIONE DELLE PROVE DEL CONCORSO STRAORDINARIO

Il Ministero dell’Istruzione con la nota n. 712 del 7 gennaio 2020 fornisce indicazioni alle commissioni del concorso straordinario per operare da remoto la correzione delle prove: potranno operare da remoto e dall’8 gennaio è operativa la piattaforma on-line dedicata.
Durante le correzioni tutta la commissione dovrà essere collegata e il segretario dovrà condividere lo schermo durante le varie fasi. Non è possibile avviare la procedura di correzione degli elaborati se tutti i membri della commissione non sono dotati di firma digitale.
Le procedure del concorso straordinario vanno dunque avanti con lentezza, mentre nulla si sa sulle prove ancora da svolgere. Solo concorsi per titoli e servizi in questa situazione possono avere utilità ma il governo non ci vuol sentire e continua imperterrito verso lo sfascio della scuola.

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