ADIL BELAKHDIM UCCISO PERCHE’ SINDACALISTA: NON E’ STATO UN INCIDENTE, ESISTE LO SQUADRISMO!!

Adil era un sindacalista del sindacato Si Cobas che stava manifestando all’ingresso del deposito territoriale della Lidl in via Guido il Grande a Briandate in provincia di Novara.
Adil Belakhdim è stato trascinato per un decina di metri e lasciato a terra esanime all’altezza di un attraversamento pedonale mentre altri due dipendenti dell’azienda sono rimasti feriti e curati all’ospedale di Novara.
Ex lavoratore alla Tnt di Peschiera Borromeo in questi giorni Adil Belakhdim insieme ai compagni del sindacato stava provando a dare copertura allo scoperto nazionale della logistica.
Aveva 2 figli che in questi giorni sono in Marocco e che avrebbe dovuto raggiungere tra poco.
I testimoni sul posto hanno raccontato di un diverbio che ci sarebbe stato tra i manifestanti e il camionista nel momento in cui avrebbe manifestato l’intenzione di forzare il blocco.
L’addetto alla sorveglianza è stato molto blando e lo ha lasciato passare, il camionista si è lanciato a folle velocità tra i manifestanti ed ha investito Adil.
Adil sapeva che la situazione era molto tesa ma si è sempre battuto per la difesa dei diritti.
A Tavazzano , in provincia di Lodi , squadracce fasciste e crumiri si sono presentate allo stabilimento Zampieri dove era in atto un presidio per protestare contro i licenziamenti da parte della ditta che lavora per Fedex e hanno sfoderato i mamganelli.
Per circa 10 minuti, come mostrano le immagini su facebook, i picchiatori hanno potuto agire liberamente.
Le forze dell’ordine, naturalmente, non sono intervenute e hanno assistito allo spettacolo fascista senza muovere un dito.
A Tavazzano non c’è stato il morto ma un lavoratore della Fedex di Piacenza Abdelhamid Elazab è rimasto ferito alla testa colpito da un pancale ed è stato trasportato all’ospedale di Pavia in commozione cerebrale.
Anche altre otto persone sono rimaste ferite negli scontri.
Molte testimonianze, in quell’occasione, riportano che le guardie giurate si sarebbero travestite da lavoratori per confondersi con la folla.
Pochi giorni fa un episodio simile era avvenuto a San Giuliano Milanese. Anche a Lodi la Procura ha aperto un’inchiesta mentre il Prefetto ha convocato un tavolo per chiarire la questione ma la direzione della Zampieri non si è presentata, delegando la ditta che in subappalto gestisce il sito lodigiano e scontentando non poco tutte le autorità presenti. Ancora: qualche giorno fa a Prato alcuni operai della Textprint che sono in agitazione da mesi (come molti altri dipendenti di aziende del settore) si sono presi dei pugni in faccia e dei mattoni in testa dai vertici dell’azienda. Nel video si vede addirittura l’amministratore della Textprint colpire uno degli operai in presidio con un mattone mentre i suoi scherani pestavano gli altri. Tre feriti.
E’ il segno dei tempi.
Adil era un personaggio scomodo.
Scomodo per chi? Per i Padroni del settore naturalmente e i suoi scagnozzi ovvero padroncini, caporali e crumiri.
Tutti coloro che si battono per i diritti sono in qualche modo sotto i riflettori dell’odio padronale.
E’ un momento in cui la destra cerca di cavalcare un possibile ritorno.
Confindustria attacca duramente i sindacati e attua politiche terzomondiste ma comode per i suoi affiliati.
Che il padrone abbia sempre avuto bisogno del Caporalato e della polizia è dalla notte dei tempi.
Il padrone cerca in tutte le maniere di sfruttare il bisogno attuale di molti lavoratori che come Adil erano venuti in Italia per cercare una vita migliore, sfrutta dunque una circostanza che non gli impedisce di lucrare sui profitti distribuendo paghe da fame e orari impossibili.
La cosa aggiunta è la violenza che esercita dal punto di vista verbale e fisico con i suoi cani famelici ai fianchi.
Lunga e sanguinosa è la strada del sindacalismo.
Quanti sindacalisti sono morti nell’esercizio del loro volontariato?
E quanta giustizia è stata fatta per loro?
Adesso per Adil si apriranno le dispute delle parti.
Il camionista, poverino, asserisce di non averlo visto nonostante le testimonianze di molti lavoratori presenti e la fuga messa in atto subito dopo rendendosi anche colpevole di mancato soccorso.
Pertanto non è stato un incidente ma un omicidio volontario.
E colpevoli sono anche gli addetti alla sorveglianza che non hanno impedito lo spostamento e l’uscita dalla fila dell’autotreno.
Chiaramente anche il lavoro del camionista è mal pagato e soprattutto sfruttato.
Qui non si vuole minimamente mettere gli uni contro gli altri.
Qui si fa una distinzione tra chi sta dalla parte del padrone e chi dalla parte opposta.
Ecco perché nella logistica le forze del lavoro devono capire che la miseria imposta non è piu’ accettabile.
Ecco perché è importante arrivare ad una unità di base.
La stragrande maggioranza dei lavoratori è figlia dell’immigrazione come Adil quindi assoggettata al ricatto e alla violenza del caporalato.
Ribellarsi significa anche morire.
Come per fare un altro un esempio il Sindacalista del Mali Soumalia Sacko, giovane, migrante, battagliero per i diritti della sua gente, quella invisibile.
A causa degli effetti del cambiamento climatico è fuggito dalla sua terra ed è finito a fare il contadino in Calabria, un territorio dal quale proviene circa un quarto della produzione nazionale di agrumi
nella Piana di Gioia Tauro, il caporalato detta i tempi della produzione,
il padrone raccoglie i frutti.
Il due giugno 2018 Soumalia viene raggiunto da una scarica di fucile.
Tale Antonio Pontoriero, un agricoltore di 45 anni è l’omicida !!
La giustizia condanna questa barbaro assassino a 22 anni per omicidio volontario
Non si capisce perché in primo grado si condanna un omicida per 22 anni e non per ergastolo come altri
Tuttavia la cosa scandalosa sarà che qualche giorno dopo andrà agli arresti domiciliari
Il santo Salvini asserisce giorni dopo che la “pacchia per gli stranieri irregolari è finita “una frase irriguardosa e degna di uno sputo in faccia, tutti coloro che lavorano nei territori agroalimentari sono irregolari ma fanno comodo eccome !!
Il Potere vuol sempre cavalcare storie per apparire degno di fiducia ed avere la situazione sotto controllo
D’altra parte gli imbecilli corrono al suo capezzale e credono alle sue menzogne.
Adesso vedremo come andrà per Adil.
E dopo vedremo come andrà ad altri operatori umanitari e sindacalisti che nell’attuale contesto rischiano di essere aggrediti dai fascisti ritornati in auge, se difendi i palestinesi ci sono i sionisti, se scrivi su facebook cose in cui credi sei passibile di denuncia, se vai alle manifestazioni puoi essere colpito dall’aggressività della polizia.
Nel panorama attuale chi uccide e si comporta come fuori legge, gode di privilegi incommensurabili, le industrie delle armi, della logistica, dell’agroalimentare e tutte le altre, supportate dalla stampa farraginosa e dalla polizia, hanno, nel panorama attuale, anche il permesso di uccidere.
Per questo, come Sindacato, evidenziamo il bisogno di lotta, ora più che mai.
Non è finita la lotta , ragazzi , è appena cominciata, ricompattiamoci, facciamo testuggine e denunciamo queste porcherie scrivendo, manifestando, andando anche allo scontro se attaccati ma sempre vivi, sempre all’avanguardia, sempre uniti.
la rivoluzione mai come adesso si intravede.
la contraddizione del capitale è evidente.
Tutto sta morendo, dal clima alle zone dove la gente fugge per gli sporchi giochi di pochi Stati asserviti al capitalismo, ai disoccupati nelle fabbriche, nelle scuole, nei servizi.
E’ come se fossimo senza speranza.
Facciamo morire i padroni che è meglio!!
Per Adil abbiamo fatto una sottoscrizione per la sua famiglia, sarà ben poca cosa di fronte alla perdita di un marito e di un padre.
Bene sarebbe che il camionista Alessio Spaziano venisse costretto dalla legge a risarcire la famiglia di Adil sontuosamente, ma sappiamo già che si tratta di una persona che ha creduto nel Padrone.
Si è sentito importante, il Padrone lo ha fatto sentire cosi, era invece un poveraccio, sfruttato dalla logistica e dalla sua ignoranza,
Ora è anche un assassino !!

il coordinatore dell’ufficio immigrati Franco Marrucci.

CONFEDERAZIONE ITALIANA DI BASE UNICOBAS
UFFICIO IMMIGRATI
Sede provinciale via Pieroni 27 – 57123 LIVORNO – Tel. 0586 210116
Sito provinciale: www.unicobaslivorno.it e-mail: ufficioimmigrati@unicobaslivorno.it

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